Partiamo, by Francesca Di Nardo
Partiamo by Francesca Di Nardo
We asked to Italian artists migrated in Europe, the geographical Europe, not only the EU, to answer the following question: Which is the image representing your status of immigrant?
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IT
T-A-X-I: Q uali sono i presupposti da cui parte il progetto? Francesca Di Nardo : All’origine del progetto c’è una discussione sull’Europa, i suoi simboli, il senso di appartenenza e il patriottismo, nata tra me e Renato Leotta durante l’inaugurazione della mostra per il semestre di presidenza italiano a Bruxelles (BOZAR, settembre 2014 – gennaio 2015).Quando mi avete chiesto se volevo sviluppare quello scambio di idee ho da subito messo al centro il tema della migrazione, che ritengo una questione imprescindibile del nostro tempo, forse uno dei temi fondamentali dell’essere umano in ogni tempo e cultura e accessoriamente anche una condizione che vivo in prima persona da tempo. Convinta che il mio ruolo di curatore sia innescare possibilità di creazione, ho immediatamente pensato a una raccolta di immagini d’artista che rispondessero a domande correlate alla questione Europa-Italia e che si potessero porre a chi è emigrato. Domande tipo: “Quale immagine rappresenta l’Italia di oggi?”, “Quale immagine rappresenta la tua condizione di migrante?”, “Quale immagine rappresenta l’Europa di oggi?” Alla fine la scelta è stata per: “Qual è l’immagine che rappresenta la tua condizione di immigrato?” Mi è parsa una domanda abbastanza ampia da poter accogliere nelle sue risposte una molteplicità di interpretazioni e di sottotesti diversi: simboli e stereotipi, senso di appartenenza, heimat, nostalgia e lontananza, futuro e prospettive, libertà, riflessioni politiche e sociali, etc...
TX : Cosa ti ha spinto al metodo di selezione “a tappeto”? FDN : La convinzione che ogni tentativo di distinzione fosse inutile e inappropriato. Secondo quale criterio avrei dovuto invitare un artista e non un altro? Se l’unica condizione, imposta dalla domanda, era che fossero immigrati in Europa, sarebbe stato privo di alcun senso e ipocrita fare altri distinguo basati sulla notorietà, sul tipo di linguaggio, sull’età, ecc Gli artisti sono creatori di immagini e immaginari, quindi ho chiesto a loro. Inoltre ero curiosa di capire quanti fossero gli artisti italiani in Europa. Così ho passato ore a pensare agli artisti che conoscevo che vivevano all’estero e a fare ricerche arrivando a una prima lista di nomi. Per raggiungere il maggior numero di artisti possibile ho chiesto a coloro che avevo contattato di segnalarmi i nomi di quelli che conoscevano non inseriti nella lista, così sono arrivata a invitare un centinaio di artisti, alcuni hanno declinato, altri non hanno mai risposto, ma la maggior parte lo ha fatto. Spero che caricando online il progetto sia possibile raggiungerne altri e andare avanti!
TX : Cosa è per te la diaspora europea e cosa credi sia derivato, in termini di linguaggio, da questa proposta? FDN : Non penso che il termine diaspora, per quanto molto di moda, sia appropriato. Non ci troviamo di fronte a un processo migratorio di massa forzato… per quanto le politiche del lavoro, della ricerca, dello sviluppo e della cultura siano in Italia del tutto inadeguate e incentivino fortemente la nostra emigrazione. Il mio interesse in questa discussione sta nel contestualizzare e questionare questa migrazione nella geografia dell’Europa e nel quadro dell’Unione Europea. Non ho la presunzione di affrontare la più generale questione dei flussi migratori globali, mi accontento di affrontare un tema che conosco. Percepisco una discrepanza tra le narrazioni ufficiali della politica sullo spirito comunitario dell’Europa e la realtà delle relazioni sociali tra comunità linguistiche, geografiche e religiose diverse. Inoltre dal 2008 nel quadro della crisi economica e del lavoro, la propaganda ignorante di partiti e movimenti nazionalisti, populisti e fascisti si sta radicalizzando sempre più. In un’Europa davvero unita e in un contesto di reale dialogo e apertura dei paesi del Vecchio Continente non dovrebbe persistere la questione dell’essere immigrati. In termini di linguaggio scorrendo tutte le immagini ricevute si percepisce subito come al significante “immigrato” corrispondano svariati sensi. È in questa diversità che c’è ricchezza e possibilità.
EN
T-A-X-I : What are the preconditions from which starts the project? Francesca Di Nardo: The project arises from a discussion about Europe, its symbols, the ethos and the patriotism, born between me and Renato Leotta during the opening of the exhibition for the Italian Semester in Brussels (BOZAR, October 2014 – January 2015). When you asked me if I wanted to develop that dialogue, I immediately focused on the issue of migration, which I consider an essential question of our time, probably one of the most important themes concerning people ever, as well as a condition that I live in first person since a long time now. Believing that my role as curator is to trigger creative possibilities, I immediately thought about a collection of artists images which would give answers to questions related to the European-Italian issue, asked to those who have emigrated. Questions like: “What image does represent Italy today?”, “Which image does represent your condition as a migrant?”, “What image does represent Europe of today?”. Finally, I decided for “What is the image representing your status as an immigrant?” I thought that was a question broad enough to contemplate among its possible answers a variety of interpretations and different subtexts: symbols and stereotypes, sense of belonging, heimat, nostalgia and distance, future prospects, freedom, political and social considerations, etc ..
TX : Why did you choose the broad selection method? FDN : The belief that any selection system was pointless and inappropriate. According to which criteria should I invite an artist and not another? If the only condition, imposed by the question, was that they were immigrants in Europe, it would be nonsense and hypocritical to make other distinctions based on reputation, language, age, etc …. Artists are creators of images and utopies, so I asked them. I was also curious to see how many Italian artists were in Europe. So I spent hours thinking about the artists I knew who lived abroad and doing research to get to a first list of names. To contact as many artists as possible I asked who I invited to point me out the names of other artists not in the list, so I got to invite a hundred artists; some have declined, some never replied, but the majority answered. I hope that when the project will be online, we will reach other artists and move on!
TX : What is for you the European diaspora and what do you think has come out of it in terms of language? FDN : In my opinion the term diaspora it’s inappropriate, however fashionable. We are not facing a forced migration mass process… although italian labor, research, development and cultural policies are totally inadequate and strongly encourage our emigration. My interest in this topic is to contextualize and explore this migration in Europe’s geography and in the European Union’s framework. I do not presume to face the more general issue of worldwide migration flows; I’m satisfied to deal with an issue that I experience. I perceive a discrepancy between the official political storytelling about the european Community’s spirit and the reality of social relations in different linguistic, geographical and religious communities. Since 2008, under the employment and economic crisis, the ignorant propaganda of political parties and nationalist, populists and fascists movements is radicalizing more and more. In a truly united Europe and in a real open dialogue of the countries in the Old Continent, there should not persist the immigrants question. In terms of language, scrolling through all the images received, we perceive immediately that the word “immigrant” match various meanings. It is in this diversity that we can find wealth and opportunity.
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